Opera commissionata da Luigi, fratello di García Álvarez futuro viceré di Sicilia e della granduchessa di Toscana Eleonora di Toledo, entrambi figli di Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, vicerè di Napoli. Eleonora fu la prima moglie di Cosimo I de' Medici. Per collocare la monumentale realizzazione concepita per un luogo aperto, furono demolite diverse abitazioni. La fontana fu riadattata al luogo con l'aggiunta di nuove parti. Nel 1581 furono ultimati i lavori di sistemazione della fontana sulla piazza diretti da Camillo Camilliani e coadiuvato da Michelangelo Naccherino. Dal 1861 a seguito dell'invasione sabauda piemontese, la fontana fu considerata la rappresentazione della municipalità corrotta e i palermitani soprannominarono la piazza, anche per le nudità delle statue, piazza della Vergogna. Al centro della piazza è collocata la fontana Pretoria opera di Francesco Camilliani realizzata nel 1554, che occupandone gran parte dell'estensione caratterizza fortemente il Piano Pretorio. Tre dei quattro lati sono chiusi da edifici: il palazzo Pretorio, sede del comune costruito nel XIV secolo e ristrutturato nel XIX secolo; la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria edificata alla fine del XVI secolo; due palazzi baronali: palazzo Bonocore e palazzo Bordonaro separati da una scalinata sul Cassaro. Sul quarto lato la piazza scende con una scalinata su via Maqueda dirimpetto al prospetto sinistro della chiesa di San Giuseppe dei Teatini.