La chiesa di San Giovanni degli Eremiti è un monumento nazionale situato nel centro storico di Palermo, nei pressi del palazzo dei Normanni. Certamente, più che a quella di una chiesa cristiana, quest’edificio rimanda alla concezione spaziale delle moschee islamiche e tale richiamo all’Oriente viene ancor più enfatizzato dalle cupole di colore rosso acceso, invenzione ottocentesca dell’architetto Giuseppe Patricolo. 842, Distruzione saracena e verosimile costruzione di Moschea.
1132, Riedificazione operata da re Ruggero. In questa fase il primitivo monastero di Sant’Ermete è dedicato a San Giovanni Apostolo ed Evangelista. Adiacente al monastero sorgeva la chiesa di San Mercurio , per la vita eremitica dei monaci pertanto definiti romiti, per assonanza o storpiatura o contaminazione verbale col termine Ermete, il luogo di culto ricostruito diviene noto come monastero di San Giovanni degli Eremiti. Con la ricostruzione di Ruggero assume il titolo di «Reale» e riceve le concessioni di numerosi privilegi.
Pesantemente manomessa nel corso dei secoli è stata ripristinata intorno al 1880, dall’architetto Giuseppe Patricolo.
Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (Unesco) nell'”Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale”.
La chiesa, caratterizzata all’esterno dalle cupole di colore rosso, appoggiata con un fianco ad un corpo quadrato anteriore (forse una moschea). Il chiostro, abbellito da un lussureggiante giardino, è la parte meglio conservata del primitivo monastero. Oggi l’edificio presenta una nuda cortina muraria fatta con conci di tufo squadrati.
« Una chiesa normanna vicino al palazzo reale e alla Porta di Castro… riparata in un incavo, è del tutto orientale, e con le sue cinque cupole starebbe benissimo a Baghdad o a Damasco. Accanto, il campanile gotico a quattro ordini di logge è sormontato da un’altra cupola, singolare adattamento di costruzione araba ad un costume cristiano